SENSAZIONI

All’interno di questa rivista interamente dedicata all’Arte del Maestro Andrea Roggi, potrete assaporare un taglio diverso. 

Le sensazioni e i momenti più significativi di ogni esibizione, il pensiero che stà alla base delle creazioni, curiosità e cenni culturali immersi in un collage di immagini dal forte impatto emotivo che mostrano i momenti che precedono e seguono l’esposizione stessa.

 

Matera - FUSIONE

Matera si lega indissolubilmente al mio animo. Potrebbe trattarsi di mera suggestione, non lo nego. Eppure il retaggio che questa città conserva dentro di sé, un retaggio radicato nella preistoria e radicato in quel periodo in cui l’essere umano ha iniziato a fondere il metallo, ecco, esso scaturisce da ogni dove e io credo di poterlo carpire. In altre parole, provo gratitudine verso questa città. Provo gratitudine verso quegli antenati che hanno inaugurato la lavorazione del bronzo. Loro sono Prometeo. Sono titani che hanno saputo seguire una scintilla sublime, valicando i timori, valicando l’ignoto. La lezione più grande che essi ci hanno lasciato, infatti, non riguarda tanto la tecnica, quanto il valore della lungimiranza. Hanno dominato materiali quasi inalterabili con la sola forza dell’intelletto perché non si sono accontentati della superficie. Perciò, il mio omaggio a questa discendenza non può coincidere soltanto con lo sviluppo dei metodi di fusione. Il  vero omaggio  che  spero di attuare,  che  forse  dovremmo provare tutti ad attuare, è il superamento delle nostre paure per raggiungere l’essenza delle cose

 

 

 

VENEZIA - SOSPESO

 

Passeggiare per Venezia, andando da un Campo all’altro, attraversando i vicoli angusti per poi ritrovarsi sopra un ponte ad osservare lo scorrere dei canali — e del tempo — è una sensazione pervasiva, intensa. È indescrivibile. Rispetto ad ogni altro luogo che ho visitato, questa città conferisce un senso di sospensione positivo, unico nel suo genere. È come stare su Laputa, l’isola volante descritta da Jonathan Swift ne I viaggi di Gulliver. È come non vi fossero fondamenta bensì sconfinati baleni celesti.

Eppure, ad oggi, l’emozione più grande che io ho provato in questo luogo è stata causata dalla vista delle mie sculture poste al centro della città, in armonia con gli scorci più belli. Tutto questo è senz’altro inestimabile.  È la percezione di poter divenire, in qualche modo e solo per un po’, parte del tessuto stesso di Venezia, parte — per quanto minuscola, per quanto fugace — della sua storia. Ecco, questo è un pensiero che mi trasmette tutta l’energia dell’arte, tutta l’energia della vita. Mi fa intuire il senso dell’esistenza, il senso delle cose. Perché i miei pensamenti possono essere colti dalle altre persone, possono essere condivisi e possono essere fatti propri. Possiamo dare vita ad uno scambio ideale che trascende lo spazio e il tempo. Uno scambio che si imprime negli animi. Eternamente

ASOLO - GEOMETRIE

È la geometria di Asolo ad avermi catturato fin dal primo attimo. Il senso della misura, dell’armonia che quel borgo emana è come un balsamo per gli animi. C’è silenzio, c’è pace, eppure ogni scorcio, ogni particolare sussurra dolcemente. Sono memorie di amore, sono memorie di bellezza, incise nel tempo.

In un certo senso, quella città riporta alla mia mente una delle prime sculture intorno alla Conoscenza che ho realizzato. Sì, perché, ad osservarla con attenzione, Asolo pare slanciarsi verso il sole. Pare che si inarchi frontalmente a favore della luce. Ne è attratta; la desidera intimamente. Ho passeggiato a lungo per i vicoli di quel luogo ed è stato come se le mie emozioni si polarizzassero spiccatamente verso orizzonti gentili. Ho potuto sperimentare la potenza di un flusso torrenziale di sentimenti positivi, accavallarsi liberamente. Parimenti a tante ombre opache che, sovrapponendosi l’un l’altra, generano una tenebra intensa. Ebbene, ho provato l’esatto opposto: un’infinità di raggi opalescenti che, insieme, hanno dato origine ad un bagliore splendente, incommensurabile. Le parole non sono sufficienti per descrivere tutto ciò, me ne rendo conto. Tuttavia, credo che dovremmo lasciarci trasportare da questi momenti. Essi ci ricongiungono immediatamente alla nostra essenza.

SIENA - VERBENA

 

Entrare a Venezia, passando da Canal Grande, cullato dai balzi di un motoscafo è una sensazione stupenda. Si sente una freschezza indescrivibile. Non conta quanto sia, realmente, rigido oppure mite il clima. È quasi come tuffarsi; come immergersi in una sorgente ristoratrice.

Eppure, per me, ad oggi, il modo più emozionante di accedervi, non è stato con imbarcazioni di lusso o con mezzi sportivi. La sensazione più intensa l’ho vissuta solcando la laguna e poi passando fra i palazzi della città, in piedi, sopra una barca da trasporto, un mototopo, come dice chi ci lavora. Insomma, con un veicolo spartano, sporco di olio e gremito di graffi e segni di urti. Un veicolo munito di gru e di arnesi sparsi in giro.

Partire per il viaggio dai confini della laguna, all’alba, quando è panneggiata da sfumature di rosa e di viola; godersi la quiete di una comunità che ancora non è in pieno fermento; osservare le mie opere, adagiate sulla chiatta, che oscillano sinuosamente, mentre lo scafo infrange le onde. Tutto questo è il preludio di un raggiungimento che, in qualche modo, ho sognato per tutta la vita. E che ora si sta avverando.

 

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